La cura di sé al lavoro

Quando si parla di benessere lavorativo è convinzione comune che la responsabilità di creare un ambiente di lavoro favorevole sia quasi esclusivamente del datore di lavoro. Ma non è così!

La responsabilità di un contesto propizio all’espressione di sé e alla propria autorealizzazione dipende spesso e in buona parte dagli stessi lavoratori,  dalla cura che gli stessi mettono nella relazione col contesto e, prima di tutto, con se stessi. Un’attenzione costante che porta alla consapevolezza di comprendere che ruolo possiamo e vogliamo avere rispetto all’ambiente di lavoro, se partecipativo o passivo, se abbiamo il potere  di influenzarlo o se accettiamo di subirlo, se scegliamo di rimanere dando il nostro contributo o se decidiamo di lasciarlo per  cercare contesti più favorevoli. 

Il termine “cura” è polisemico, ovvero racchiude in sé molti significati: inquietudine, sollecitudine, amministrazione, premura. Nel mito romano la dea minore Cura personifica l’inquietudine esistenziale dell’uomo, il suo modo di essere che lo domina per tutta la sua vita alla ricerca costante della verità. Il concetto di cura di sé nasce nell’Atene del V sec. a.C.: per gli antichi Greci il “prendersi cura di se stessi” era una condotta personale e sociale, un modo di essere che rappresentava l’arte del vivere, la cui meta era la piena  realizzazione della propria esistenza. La cura di sé è una postura esistenziale indispensabile per condurre una vita buona, determinante per divenire pienamente se stessi; richiede che si applichino tecniche trasformative attraverso alcune domande chiave per la  conoscenza di sè: quali sono i miei sogni? Quali sono le mie risorse interiori a cui posso attingere per realizzarli? Quali sono le mie fragilità di cui prendermi cura? Quali sono le esperienze che mi consumano e quelle che invece mi nutrono? La consapevolezza dei propri pensieri e dei propri sentimenti rispetto al proprio modo di vivere è il primo passo verso la cura di sé.  

Tuttavia non basta: prendersi cura di sé è un’attività che richiede tempo, metodo, spazio e disciplina. E’ una responsabilità personale alimentata da un  desiderio profondo  di vivere una vita buona.  

Quasi sempre si confonde la cura di sé con un atteggiamento egoistico e edonistico,  proiettato al semplice raggiungimento del piacere immediato come sembrerebbe essere il possesso di beni di lusso, la frequentazione di centri benessere, ecc.; ma non tutto ciò che consideriamo piacevole si traduce in amore per se stessi. 

Il self care è  la nuova disciplina del volersi bene, dove ci si assume la piena e completa responsabilità del proprio benessere. Quali sono le attività, i tempi, gli spazi in cui ti prendi cura di te? Come lo fai e come ti senti quando lo fai? La cura di sé è una delle principali fonti di emozioni positive  ed è la base per coltivare e allenare le nostre potenzialità.

Se ci prendiamo davvero cura di noi stessi riempiamo il nostro serbatoio di energia,  diventando  più forti e in grado di dedicarci  anche agli altri. Senza cura di sé non c’è possibilità di cura per gli altri e per ciò che sta intorno a noi. 

Compreso il lavoro. Conoscere se stessi e ciò che ci fa star bene porta a comprendere come muoverci anche nel mondo del lavoro, quali comportamenti adottare quando ci troviamo in situazioni critiche, come condurre buone relazioni che ci nutrono anziché svuotarci.

Il self care produce un cambiamento concreto su di noi, sul nostro umore, sul nostro modo di lavorare e anche nel nostro rapporto con colleghi, capi e collaboratori. Infatti avere attenzione per il proprio benessere non deve essere inteso come un atteggiamento che abbiamo solo verso noi stessi; accorgersi  se qualcuno dei nostri colleghi sta manifestando segni di stanchezza o di disagio è il primo passo per sostenerlo e aiutarlo, creando empatia e contribuendo a un buon clima lavorativo; così come il team può essere di aiuto  a prendersi cura di sè quando ci si trova in una fase di svuotamento.  Si creano così relazioni dialogiche fatte di scambi di attenzione e di cura: quando l’amore e la cura sono alla base delle relazioni anche professionali, l’ambiente di lavoro si bonifica e diventa terreno fertile per costruire progetti di crescita e innovazione.

Esistono varie espressioni di cura sui luoghi di lavoro: creare uno spazio fisico accogliente, imparare a ricompensare  e a ricompensarsi ad ogni obiettivo raggiunto, aiutare colleghi e collaboratori in momenti di difficoltà, mantenere aperte le relazioni con scambi sinceri e al tempo stesso conviviali. Più in generale significa occuparsi del benessere complessivo dei lavoratori, del team, dell’azienda. 

La cura di sé va voluta, riconosciuta  e allenata con costanza e disciplina. È la prima delle potenzialità intrinseche dell’uomo, da cui discende la possibilità di far leva su  altre potenzialità per coltivare una vita buona, per sé e per chi ci sta accanto.

L’ambiente di lavoro lo facciamo NOI, rimanendo in contatto con la nostra umanità.

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